mercoledì 24 ottobre 2007

Palliative solo per il 30 per cento...ma Hospice in crescita.

L'Italia è uno degli ultimi paesi, tra quelli avanzati, per utilizzo di oppioidi (morfina e derivati). Il falso mito che associa il termine "morfina" a quello di "morte" ha per lungo tempo condizionato familiari ed operatori sanitari, e penalizzato i pazienti con il sintomo peggiore (ma anche meno rilevato e trattato), cioè il dolore. Il concetto di "buona morte" è ancora lontano dalla coscienza comune, nonostante la progressiva diffusione delle Cure Palliative, anche in Italia. Il Governo di CentroSinistra ha avuto, in questa e nella passata legislatura, un'attenzione particolare e ha messo in campo risorse che non sempre le Regioni hanno utilizzato per fini appropriati. Uno dei limiti della devolution a mio avviso, che non permetterà di uniformare prestazioni e servizi. Io credo che in materia di Salute (più che in altre) sia necessario uno standard qualitativo alto ed omogeneo sul territorio. Seguono gli ultimi dati disponibili da DoctorNews:

Hospice in crescitaOggi sono 114 gli hospice attivi nel nostro Paese, un bel salto in avanti rispetto ai 20 del 2002. E negli ultimi anni le cose si stanno muovendo: entro il 2008 sarà operativo circa il 50 per cento dei centri per le cure palliative finanziati in Italia, concentrati soprattutto al nord e al centro. A 'fotografare' la realtà delle strutture destinate ad assistere e accompagnare i 250 mila nuovi malati terminali italiani l'anno è il volume 'Gli hospice in Italia: prima rilevazione ufficiale', che sarà presentato a Perugia dal 13 al 16 novembre, in occasione del XIV Congresso Sicp (Società italiana di cure palliative). Il volume è stato realizzato da Sicp, Fondazione Isabella Seragnoli e Fondazione Floriani, con i ricercatori Nomisma Terzo Settore e il supporto del ministero della Salute. "Secondo i nostri dati a fine 2006 i centri erano 105, mentre entro il 2012 apriranno i battenti ben 243 strutture nel nostro Paese - spiega Furio Zucco, presidente Sicp e direttore dell'Unità cure palliative dell'azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate (Milano), anticipando i dati in un incontro ieri a Milano - Numeri alla mano il bicchiere è mezzo pieno, visto anche il rinnovato interesse su questi temi, ma c'è ancora molto da fare. E soprattutto la realtà italiana avanza a tre velocità". L'esperto punta il dito sulla "lentezza dovuta alle difficoltà regionali nel reperimento delle risorse gestionali", in particolare per il personale. "Eppure la legge 39 del 1999 ha messo a disposizione delle Regioni circa 206 milioni di euro per realizzare 188 hospice, e l'ultima Finanziaria ha aggiunto altri 100 milioni di euro per il completamento della rete dei centri. Fondi a oggi inutilizzati". Guardando alla penisola, i centri sono concentrati soprattutto al Nord, "con tre regioni in cima alla classifica: Emilia Romagna, Lombardia e Veneto. Il Lazio è in una posizione medio alta, grazie soprattutto al privato - dice l'esperto - mentre il sud è penalizzato: in Sicilia c'è un centro, in Sardegna ancora nessuno e la Campania è fanalino di coda".

Sicp, oppiacei ancora al palo, accelerare abolizione ricettario specialeSono circa 250 mila ogni anno i malati terminali in Italia, di cui 160 mila colpiti da una forma di cancro. "Solo il 30 per cento, però, è seguito da una rete di cure palliative", ricorda Furio Zucco, presidente della Sicp (Società italiana cure palliative) e direttore dell'Unità Cure palliative dell'azienda ospedaliera Salvini di Garbagnate (Milano), intervenuto ieri a Milano alla presentazione del XIV Congresso nazionale Sicp (Perugia 13-16 novembre). Secondo Zucco, per rispondere alle necessità di questi pazienti e delle loro famiglie, "cioè circa un milione di persone ogni anno, è fondamentale potenziare l'assistenza domiciliare nel nostro Paese". Ma anche far progredire la terapia del dolore. "Meno del 40 per cento delle regioni ha sviluppato l'ospedale senza dolore. E l'uso di oppiacei per 'spegnere' la sofferenza inutile è ancora al palo". Su questo fronte, la penisola resta infatti fanalino di coda in Europa. Nella loro battaglia contro il dolore, gli esperti spingono per l'attesa abolizione del ricettario speciale per gli oppiacei. "Un ostacolo burocratico potente - ricorda Francesca Crippa Floriani, presidente della Federazione cure palliative - che impedisce l'accesso alla terapia del dolore". Una sollecitazione raccolta dal ministro della salute, Livia Turco, già un anno fa, con un ddl apposito. Da poco è arrivato il 'disco verde' della Commissione Igiene e sanità del Senato, e ora il ddl dovrà essere inserito nel programma di dibattito parlamentare. Gli specialisti intervenuti si augurano, a questo punto, che si arrivi al più presto alla sua approvazione.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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