venerdì 19 ottobre 2007

Il liberismo è di sinistra?

Il merito, non il censo.
Il libero mercato, non le lobby.
I diritti del cittadino, non lo spreco di denaro pubblico.
Senza meritocrazia le professioni si tramandano ai figli come i titoli nobiliari, senza concorenza il consumatore è ricattato dai grandi monopoli.
Senza controlli i "fannulloni" continuano a gravare sulle tasche dei contribuenti.

Sono alcuni dei contenuti del libro di Alberto Alesina (professore di econimia politica ad Harvard) e Francesco Giavazzi (professore di economia politica al MIT di Boston).
Un testo che fa riflettere.

1 commento:

Franz ha detto...

Condivido la tesi di Alesina e Giavazzi. Molte categorie difendono a spada tratta il proprio regime protezionistico ma alla fine questo fa solo vivere peggio tutti. Il taxista che non vuole le nuove licenze e l'altra sera mi ha fatto fare 40' di coda a Firenze si trova come me a imprecare quando per trovare una farmacia aperta in turno deve guidare per 10km, o se gli viene detto che l'esame medico di cui ha bisogno si potrà fare solo tra 3 mesi, o se a scuola suo figlio ha un professore assenteista, o se nell'ufficio pubblico un impiegato gli risponde con arroganza anzichè aiutarlo nella sua pratica... e via dicendo. Se invece uno ha i mezzi fuori dalla stazione trova pronta l'auto con conducente, a prendere le medicine manda la donna di servizio, l'esame medico lo fa privatamente dove vuole l'indomani mattina, i figli li iscrive in una buona scuola privata (perchè mica tutte sono così buone...) e la pratica in comune l'affida a un professionista...

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