martedì 14 ottobre 2008

Un anno vissuto pericolosamente

Oggi il PD compie 1 anno. (e il sottoscritto 31, N.d.A.)
Tempo di bilanci? Forse no, è ancora presto.
Tempo di riflessioni, e di autocritica. In effetti, si.

Si è avviata un operazione ambiziosa ma necessaria, quella di unire diverse "anime" che in passato hanno anche lottato duramente l'una contro l'altra, per affermare le proprie idee e che ancora oggi faticano ad integrarsi e a valorizzarsi reciprocamente per un fine comune, quello di dare all'elettorato italiano un punto di riferimento preciso.
A livello locale, come sapete è nato il Circolo del PD di Carate Brianza. Siamo giovani e di belle speranze e abbiamo fatto davvero poca fatica a "lasciare a casa" alcune delle nostre idee per condividerne molte altre e cominciare ad elaborare un progetto comune. Tra noi, i fantasmi del passato non ci sono, e penso sia soltanto un bene.
A livello nazionale, beh.. non possiamo dire la stessa cosa.
La macchina organizzativa delle primarie, pur non risparmiata da critiche anche oltremisura, lasciava intendere una forma nuova di partito, detta "liquida" o "aperta"... eppure capita ancora che i vertici decidano d'autorità e che incarichi e figure siano troppo "incoraggiati" per sembrare del tutto meritocratici.
Si pensava ad un opposizione tosta, ma solo in alcuni casi è avvenuto così, e nonostante il Parlamento stia attraversando una grossa crisi a causa dello stile dittatoriale della maggioranza di Governo di centrodestra, il PD appare ancora troppo timido per fare la voce ferma ed unitaria.
La manifestazione del 25 Ottobre è l'occasione per dare una scossa a se stessi ed alla politica italiana, in un momento di grande crisi internazionale che il Governo non sta interpretando nella maniera giusta.
Il PD deve recuperare i voti al centro, lo si è detto tante volte, senza mai operare una politica efficace a raggiungere tale obiettivo, con una progressiva flessione del consenso dei ceti più bassi che hanno scelto le effimere e sconclusionate proteste della Lega (salvo poi dimenticare i ripetuti fallimenti e le continue incoerenze della sua politica dalla nascita ad oggi) invece delle forze di sinistra "operaia".
Questo a mio parere significa una cosa sola. Si sta rischiando di perdere la strada, il senso della direzione. Ci vogliono più fatti, e meno politichese, meno burocrazia. Meno nomine, più progetti e meglio condotti.
Dobbiamo diventare più interessanti, più appetibili, più visibili ed efficaci nel nostro modo di comunicare. E liberarci da vecchi clichè (nonchè da vecchi "militanti", non me ne vogliate...) per proiettarci con un rinnovo progressivo alle elezioni del 2013.
L'alternativa è.... no, l'alternativa non c'è.
Il mio desiderio è un partito che più passano gli anni, più ringiovanisce.
Auguri, allora.

1 commento:

Stefano Cuch ha detto...

Ciao Marco, condivido pienamente il tuo pensiero e i tuoi obiettivi.
Speriamo che buona parte della dirigenza nazionale capisca che senza un vero cambiamento dirigenziale non potremo mai essere maggioritari nel paese.

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