martedì 29 aprile 2008

Quale strada intraprendere?

Cari amici eccoci qui di nuovo dopo un lungo silenzio post elettorale.
Dopo questa serie di risultati estremamente negativi e non per ultimo quello inerente alla città eterna è doveroso analizzare quale sia la miglior strada che il PD debba intraprendere.
Alcuni analisti considerano che il PD non abbia sfondato verso l'elettorato di centro, sarà vero o sarà falso ma un minimo di perplessità sulla strategia adottata dai vertici del partito è lecita.
Ad una piccola analisi il "centro mobile" non è piu' quella vasta platea che fino a qualche anno fa caratterizzava la nostra vita politica.
Vi è una radicalizzazione verso posizioni piu' forti, piu' estreme, come se un messaggio moderato fosse focalizzato come un messaggio di debolezza.
Il cittadino italiano è stanco del buonismo, pretende un linguaggio piu' pragmatico e meno filosofico.
Non da meno le posizioni leghiste hanno fatto breccia nei cuori di tanti lavoratori che si sono sentiti traditi da una certa sinistra che anzichè proporre medicine politiche su come sviare questo periodo di difficoltà economica passava le sue intense giornate a manifestare la propria solidarietà a chi commetteva atti di abusivismo o manifestazioni contro tutto e per tutto.
Il Pd deve ritornare a cavalcare certe posizioni di carattere sociale, essere in mezzo alla gente, capire che anche il tema della sicurezza è un tema di tutti, non solo di una certa parte politica.
Insomma cari amici, dobbiamo ricominciare da capo e comprendere i nostri errori.
Una prima risposta da parte dei nostri leaders sarebbe quella di fare un passo indietro.
Attori come i vari Rutelli, D'Alema, Binetti, Fassino, Fioroni e tanti altri della vecchia guardia devono per il bene del Partito gettare la spugna e dare il via ad un profondo ricambio generazionale.
I signori sopra citati sono stati sconfitti dal voto di milioni di italiani.
O si cambia o tutti noi moriremo berlusconizzati...

Stefano Cuch





8 commenti:

Franz ha detto...

Caro Stefano, sono d'accordo con la tua analisi.
Il Partito ha dato un segno di discontinuità sui temi e non è il caso di tornare indietro.
Ore invece è giunto il momento di promuovere il ricambio delle persone. Serve linfa nuova, e non intendo qualche 28enne qua e la buttato allo sbaraglio in ruoli forse prematuri ma una classe vera e propria di 30-40enni che diventino la struttura portante del Partito.
Attenzione: non sto dicendo che si deve fare un Partito solo di 30-40enni, molti 50-60enni potrebbero rimanere preziosi per la loro riserva di esperienza ma i generali logorati da tante battaglie devono fare un deciso passo indietro. Purtroppo, temo che non accadrà.

Anonimo ha detto...

Carissimi,
è vero che purtroppo ci troviamo di fronte ad una società che si sente meglio tutelata e rappresentata da presunti messaggi forti (di cosa però non è chiaro). La moderazione può costituire un'arma pericolosa se non è seguita da una valutazione attenta e da scelte condivisibili ed efficaci.
Ma sono parzialmente concorde sull'analisi dei lavoratori che si sentono traditi dalla sinistra solo perchè preoccupata a "solidarizzare con chi commetteva atti di abusivismo o a manifestare contro tutto e per tutto". E' riduttiva. Per la sinistra perchè certi argomenti sono ancora condivisibili (sarà ma personalmente non ho tutta quella smania di allargare, ingrandire, allungare la base USA a Vicenza - neppure mi piace vedere i tentativi innumerevoli di far sparire la legge 194 - e ci sarebbero molti altri esempi), vero invece che la Sinistra purtroppo non ha più trovato il consenso dei suoi elettori semplicemente perchè non ha saputo proporre e proporsi con unità di intenti. Qui corrisponde a verità che era troppo impegnata a passare intense giornate a discutere sul "chi" mettere ai vertici piuttosto del come e perchè impegnarsi e cosa sia veramente è necessario per la colletività. La buona politica è fatta da nuove e vecchie generazioni, l'importante è che pensino e bene. I generali che Franz paventa come inamovibili, potrebbero anche essere rimossi... senza arrivare a estremi rivoluzionari ma si può sempre far loro terra bruciata intorno... il primo incendio in questo senso c'è stato... Carpe Diem e fare di questo momento negativo un'occasione da cogliere al volo.
Elena

il_gambi ha detto...

Mi accodo al commento di F. sul passo indietro.
Lo ritengo utile, quasi necessario, e spero che nei prossimi 5 anni molti di loro, in sordina, si defilino dai riflettori, cosa che ci porterebbe linfa nuova (a patto di scegliere con criterio non solo anagrafico).
E' pur vero, ad onor di cronaca, che i nostri avversari politici non si sono rinnovati più di tanto.
Senza andare nel dettaglio (fucili, pistole, secessioni ecc.) anche i programmi sono statici. Però hanno vinto loro.
Noi possiamo ribaltare il risultato, senza rincorrerli sullo stesso terreno: rinnovamento di linguaggio, radicamento tra la gen te, qualche cambio della guardia.
Si va da soli, sono sicuro che saremo una forza aggregatrice.

Franz ha detto...

Elena, concordo su molti passaggi del tuo commento ma per quanto attiene alla Base di Vicenza consentimi di calare il sipario. Non c'è governo di destra o sinistra che alla fine si possa davvero opporre alla richiesta USA... e questo per ragioni che ci riportano al 1946.
Poi sui giornali non lo scriverà nessuno perché (forse) la verità offenderebbero il nostro amor patrio.
Come dice il famoso economista Milton Friedman, "nessun pasto è gratis". Tanto meno le guerre di liberazione.

Franz ha detto...

Elena, peraltro a me non pare che alla sinistra sia mancata SOLO l'unità di intenti. Questo semmai è accaduto al Governo Prodi, e lo abbiamo pagato tutti. Se ci fosse stata unità nelle elezioni a quel punto sarebbe stata considerata poco credibile, e la punizione dell'elettorato sarebbe stata ancora più dura.
In questa campagna elettorale alla sinistra è mancata (secondo me) anche l'elaborazione di una identità programmatica e culturale. Forse questo processo comincerà ora.
Il PD secondo me questa identità è riuscito ad elaborarla, e se ne ha traccia nel programma che a me pare valido (mi piacerebbe caso mai discutere delle sue eventuali manchevolezze), ma ha senz'altro pagato il fatto che il rinnovamento di idee non è stato accompagnato fino in fondo da un rinnovamento di uomini e donne (le elezioni comunque si sarebbero perse in ogni caso).
Certo, se abbiamo il coraggio di andare avanti con questo cammino fra 5 anni saremo una forza molto più "fresca" dei nostri concorrenti e, secondo me, anche l'elettorato lo percepirà.

il_gambi ha detto...

Tanto più che rivolgendoci al "NUOVO" elettorato con "NUOVI" volti della politica, potremmo davvero connotarci in maniera molto forte, come quelli che sono capaci di ricambio, di dinamismo.
Come i veri progressisti.

Stefano Cuch ha detto...

Diamo piu' spazio a personaggi come il buon sindaco di Torino ossia Chiamparino e molto meno a dei tromabati come Rutelli, diamo piu' spazio a un buon governatore come lo e' stato Illy piuttosto a chi piace tessere tele come D'Alema, diamo ampio spazio al Penati o alla Governatrice del Piemonte Bresso piuttosto che a strani personaggi come Agazio Loiero...
Abbiamo ottimi amministratori che conoscono bene il territorio e sono ben piu' consapevoli dei problemi e delle aspettative che i comuni cittadini hanno.
E mi raccomando, non facciamo la pazzia di bruciare nomi del calibro di Bersani, Letta, Damiano ecc. i quali sono riusciti a portare a casa dei risultati davvero interessanti..
Ci vuole un vero e proprio ricambio dirigenziale!!

Anonimo ha detto...

Caro Franz,
vero che gli americani molto hanno fatto per noi e la gratitudine sarà sempre presente, ma vero anche che la gratitudine non significa sempre e comunque essere "subalterni"... ma questa è una di quei pensieri sinistrosi poco compresi dai più. Per cui non mi amareggia sapere che preferisci un sipario calato. Le opinioni vanno sempre rispettate anche se diverse.
Sugli "insuccessi" della Sinistra diciamo la stessa cosa: io lo chiamo "come e perchè impegnarsi e cosa sia veramente è necessario per la colletività", tu invece "elaborazione di una identità programmatica e culturale".
Un abbraccio.
Elena

Come vincere a Carate?