giovedì 20 novembre 2008

Negazione della scienza

Coma, stati vegetativi persistenti, permanenti e irreversibilità. Argomenti spinosi che, nel corso del dibattito sulla vicenda di Eluana Englaro - la donna di Lecco in stato vegetativo da quasi 17 anni - rischiano di trarre in inganno anche alcuni luminari della medicina. "C'è una grande confusione, anche da parte di grandi medici, come ad esempio Umberto Veronesi". La 'bacchettata' al celebre oncologo, ex ministro della Sanità, arriva da Eugenia Roccella, sottosegretario al Welfare, ieri alla presentazione a Roma di un Glossario messo a punto da un gruppo di esperti italiani proprio per fare chiarezza in questo settore. "Uno specialista di cui ho grandissima stima - dice la Roccella a proposito di Veronesi - ma che insiste sull'irreversibilità" delle condizioni di Eluana Englaro. "Oggi, secondo gli specialisti del settore, il concetto di irreversibilità è da considerarsi superato. E' assurdo poter parlare di certezza di irreversibilità. E anzi questo termine rischia di trasformarsi in una sorta di autoprofezia infausta", sottolinea Roccella. Quasi una condanna imposta, capace di togliere speranza ai familiari e disincentivare i ricercatori impegnati nel settore.

Questi i contenuti preoccupanti che mettono in discussione anni di ricerca e, più in generale, il sapere scientifico. Le trasmissioni televisive di dibattito politico delle ultime 2 settimane, hanno definitivamente dimostrato che il Governo intende andare persino oltre l'evidenza, avvalendosi di opinioni di "esperti" che quando interrogati su dati e numeri non rispondono o eludono la domanda.
In tutto questo, un Governatore della Lombardia che dichiara che vi è una "volontà di promuovere il culto della morte, a fronte di migliaia di casi di bisogno di cure non soddisfatto adeguatamente". Ci piacerebbe sapere a cosa si riferisce, e se la sua programmazione politica-sanitaria è in qualche modo responsabile di questo, o se come sempre è lui ad emettere sentenze di verità.
Esperienza personale e di molti colleghi è che nella nostra Regione (ma in tutta la nazione, direi) vi sono certamente più casi di accanimento terapeutico che di eutanasia. Spiace dover spiegare a Formigoni che l'interruzione volontaria delle cure quando provato che non siano di conforto nè di utilità per la sopravvivenza, e che sia il paziente a rifiutarle, è un DIRITTO COSTITUZIONALE, e non si avvicina neanche un pò all'eutanasia.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

La negazione del diritto di scelta è un atto di violenza, è un crimine contro l'umanità. Spesso si utilizzano casi drammatici per fare della sperimentazione. Possibile che si fà così fatica a comprendere che queste tragedie spengono la vita di una famiglia.
E monta la rabbia nel pensare che questi politici si costruisono passaggi video autocelebrativi sulla sofferenza altrui calpestandone la dignità.
E'fin troppo facile pontificare al chiuso delle stanze dorate, lontani dai problemi e con uno stipendio di lusso.

Franco Monteri

il_gambi ha detto...

E' vero Franco.
Ma non tutti i politici. Qualcuno conduce battaglie di grande umanità.
Guarda www.ignaziomarino.it
Grazie per il tuo intervento ;-)

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